La digitalizzazione è l’elemento fondamentale nello sviluppo dell’azienda.

Prima di approfondire il tema vogliamo partire da un dato – essenziale – per comprendere il contesto italiano, rispetto alla questione “digitalizzazione delle imprese”: “Il 94% di imprenditori e top manager ritiene imprescindibili competenze adeguate e strutture tecnologiche”. Partendo da questo presupposto sembrerebbe logico che le imprese italiane siano in una fase “intensa di digitalizzazione”; ma, purtroppo, non è questa la situazione attuale. Infatti, solo le grandi e medie aziende sono passate davvero all’azione, mentre le realtà più piccole – che rappresentano la maggioranza del nostro tessuto produttivo – sono in difficoltà in questa trasformazione strategica. Questo è quello che è emerso dalla ricerca che Swg ha condotto per EY presentata in occasione dell’EY Capri Digital Summit 2019.

Secondo la quasi totalità degli operatori che hanno partecipato al summit: “la tecnologia nei prossimi 10 anni sarà impattante su tutti i settori. La digitalizzazione è inarrestabile e ineludibile. Ma le imprese italiane sembrano non riuscire a tenere il passo”. Se si approfondisce il sondaggio sopracitato emerge che secondo il 42% degli intervistati l’impatto tecnologico sarà forte soprattutto a livello di gestione dei dati e trattamento delle informazioni, mentre per il 36% impatterà sulla sanità (gestione dei data, genetica, biotecnologie) e per un altrettanto 36% sull’industria (automazione dei processi e dei controlli).

Quello che appare chiaro è che attualmente le aziende più innovative sono grandi multinazionali o grandi imprese internazionali, chi invece è molto indietro sul punto sono le istituzioni pubbliche, le organizzazioni no profit oltre le Pmi. Soprattutto le piccole e medie imprese sembrano procedere più lentamente nel percorso di innovazione. Perchè? Secondo il 70% di top manager e lavoratori, il problema principale è nella percezione che le governance hanno della digitalizzazione; in questo senso le aziende italiane faticano ad accettare una cultura digitale d’impresa. Questo ritardo di percezione sembra ricollegabile alla scarsa conoscenza che molti imprenditori hanno rispetto all’innovazione digitale. Questo è facilmente deducibile da alcune risposte che gli intervistati danno in merito ai “possibili” problemi di una “intensa” attività di digitalizzazione. Infatti, tra gli intervistati spiccano due tipi di preoccupazione: perdita di lavoro e perdita di competitività. A conferma di quanto detto il 65% degli intervistati teme di investire in innovazione digitale. Possiamo dire quindi che per portare un contributo maggiore in termini d’innovazione è necessario cambiare l’approccio culturale dei manager e aumentare le competenze tecnologiche dei dipendenti.

Secondo uno studio di Bankitalia, proprio il ritardo nella digitalizzazione della rete produttiva mette a rischio la competitività del nostro paese.

La competitività del Sistema Italia passa da percorso di innovazione digitale. Questa l’opinione della vicedirettrice generale della Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli. Questa conclusione parte da un dato specifico: nel 2017 tra le imprese con un numero di addetti – compreso tra 20 e 49 – solo un quinto aveva adottato almeno una tecnologia avanzata come le applicazioni della robotica e dell’AI; questa “quota digitale” sale a un terzo tra le imprese medie e supera la metà nelle imprese con 250 addetti o più”.

La responsabilità di questo gap innovativo non è però attribuibile solo all’impiego di beni e servizi digitali da parte delle imprese, infatti, anche la produzione di beni e servizi che accompagnano l’economia digitale è bassa (Il valore aggiunto dei settori che compongono l’economia digitale non supera il 5% del totale, a fronte di una media del 6,6 nella Ue e di circa l’8% in Germania e negli Stati Uniti).

Anche secondo il vicedirettore della Banca d’Italia il problema principale è legato alla percezione che un processo intenso di digitalizzazione incida in modo negativo sull’occupazione: “Certamente la digitalizzazione – dice Perrazzelli – potrà comportare ricadute negative sul mercato del lavoro, determinando la scomparsa di alcune mansioni. In prospettiva, tuttavia, se ne creeranno di nuove, che richiederanno competenze elevate. La rivoluzione digitale è già in corso e rappresenta un cambiamento dal quale non si può prescindere, ma che deve essere guidato e accompagnato con politiche che ne mitighino le ripercussioni negative di breve periodo”.

IS Copy da molti anni fornisce soluzioni infrastrutturali aggiornate, veloci ed affidabili sempre in linea con le esigenze del cliente. La nostra esperienza ci ha insegnato che ogni business richiede una soluzione su misura. Per questo il nostro intervento si sviluppa sempre in diverse fasi, per garantire un corretto dimensionamento dei sistemi di networking che porti a reali risparmi sia in termini di tempo che economici: 

Studio di fattibilità dato dall’analisi delle strutture esistenti

Progettazione di soluzioni personalizzate

Implementazione ovvero la creazione fisica della rete da parte del nostro personale qualificato che utilizza i migliori materiali sul mercato

Configurazione di sistemi in cui il server si integra in soluzioni dove sono importanti: il salvataggio e la sicurezza dei dati, la centralizzazione degli accessi e della gestione utente, il controllo centralizzato delle risorse da allocare

Assistenza che sappia suggerire eventuali miglioramenti futuri e sappia rispondere tempestivamente a tutte le richieste..Se hai bisogno di maggiori informazioni (link al form) siamo a tua disposizione.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

RICHIEDI INFORMAZIONI

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.